Abusivismo edilizio: accogliendo un articolato ricorso proposto dall’avvocato Bruno Molinaro nell’interesse dell’amministrazione comunale di Cardito, il Tribunale di Napoli, Sez. I, in persona del Giudice della Esecuzione Penale Dott.ssa Serena Corleto, ha revocato, con ordinanza appena pubblicata, un ordine di demolizione di opere edili abusive emesso dalla Procura della Repubblica di Napoli nel 2014 a seguito di sentenza di condanna passata in cosa giudicata.
La vicenda può essere così riassunta.
Oltre al Giudice penale, anche il Comune, avvalendosi dei propri poteri repressivi, aveva ordinato la demolizione delle opere e, non avendo il contravventore provveduto alla demolizione in proprio, aveva conseguentemente acquisito le opere al patrimonio comunale, previa trascrizione del titolo nei registri immobiliari.
Le opere abusive erano state, poi, destinate dallo stesso Comune, con apposita delibera consiliare, a finalità di edilizia residenziale sociale sulla base di quanto previsto dalla legge della Campania n. 5/2013 (art. 1, comma 65) in materia di “housing sociale”.
Con la delibera consiliare in questione il Comune, oltre a dichiarare la prevalenza dell’intesse pubblico alla conservazione delle opere aveva, peraltro, anche dato atto dell’assenza di contrasto con rilevanti interessi urbanistici, paesaggistici e di rispetto dell’assetto idrogeologico, così come stabilito dall’art. 31 del testo unico dell’edilizia.
L’innovativa procedura seguita dall’amministrazione comunale guidata dal Sindaco Giuseppe Cirillo è stata ritenuta dal Tribunale assolutamente corretta ed immune da vizi, risultando la tesi sostenuta in giudizio dall’avvocato Molinaro anche avallata da numerosi precedenti della giustizia amministrativa, anche del Consiglio di Stato, in ordine all’applicabilità della citata legge regionale ai casi per i quali sia intervenuta una R.E.S.A. (ordine di abbattimento disposto dal giudice penale) a seguito di sentenza di condanna definitiva.
“La revoca della demolizione disposta, nella specie, dal Tribunale di Napoli – ha commentato l’avvocato Molinaro – si basa sul principio secondo cui l’acquisizione conservativa per finalità di housing sociale è incompatibile con la demolizione disposta dal giudice penale che, a differenza della sentenza, non passa mai in giudicato ed è sempre revocabile in presenza di un fatto nuovo, come può essere, appunto, l’acquisizione della costruzione abusiva al patrimonio dell’ente per motivi di pubblico interesse o il rilascio sopravvenuto di una concessione in sanatoria”.