Sulla sentenza di assoluzione dalla imputazione di “induzione indebita” “perchè il fatto non sussiste” per il sottufficiale della guardia costiera Vanni Ferrandino interviene il difensore avvocato Bruno Molinaro:
“La sentenza di oggi, come l’ultima della Suprema Corte, presieduta dall’ex P.M. di “Mani Pulite” Piercamillo Davigo, rappresenta l’ennesima conferma del fatto che Vanni Ferrandino aveva ed ha, in questa triste storia, le MANI PULITE, che il denunciante non ha detto la verità e che il Ferrandino, pubblico ufficiale integerrimo, è stato vittima sacrificale di una vergognosa azione ritorsiva culminata in un’accusa infamante e gravemente calunniosa per aver fatto soltanto il suo dovere, con coscienza, zelo e sollecitudine non comuni, come dimostrato dai plurimi sequestri operati presso le strutture facenti capo alla famiglia dello stesso denunciante e dall’encomio per lodevole comportamento tributatogli dall’ordinamento militare di appartenenza nel gennaio del 2016”.
L’avvocato Molinaro, soddisfatto per la sentenza, non ha mai dubitato della assoluta innocenza del Ferrandino, sottolineando che il proprio assistito, a tempo debito, dovrà essere risarcito dallo Stato per essere stato costretto a patire ingiustamente le devastanti conseguenze dell’illegittima detenzione domiciliare subita.
Nessun indennizzo, secondo il legale, potrà, tuttavia, riparare il torto subito dal Sottufficiale.
Nella stessa udienza di stamattina, il G.U.P. Campoli, con separato provvedimento, ha anche disposto il rinvio a giudizio del Ferrandino innanzi al Tribunale di Napoli in ordine alla imputazione di violazione del segreto di ufficio che, per la verità, la stessa Procura non aveva mai formulato nella prima fase delle indagini preliminari.
Anche questo reato satellite è assolutamente insussistente – secondo i difensori – come avrà modo di accertare il Tribunale all’esito della verifica dibattimentale.