accolto il ricorso degli avvocati Bruno Molinaro e Giovanni Battista Vignola
La Corte di Appello di Napoli, Sezione IV penale (Presidente Lanna, giudici a latere Di Iorio e Garufi), con ordinanza del 24 maggio 2019, solo ora resa nota, ha accolto l’istanza presentata dagli avvocati Bruno Molinaro e Giovanni Battista Vignola, per conto di Vincenzo e Giuseppina Vacca, di sospensione della demolizione del ristorante “Il Nido Del Falco” in località Maronti-Scarrupata,
La Corte, motivando favorevolmente l’accoglimento della istanza, ha ritenuto “che ricorra il presupposto del fumus boni iuris” in considerazione del fatto che per alcuni dei reati edilizi oggetto di contestazione è intervenuta prescrizione, già dichiarata con sentenza della Corte di Appello di Napoli del 27.5.2009, lamentandosi da parte degli istanti l’omessa pronuncia in detta sentenza in ordine alla revoca dell’ordine di demolizione disposto dal giudice di primo grado”.
Al provvedimento in questione si è giunti dopo che gli avvocati Molinaro e Vignola avevano proposto un articolato ricorso per Cassazione avverso una precedente ordinanza della stessa Corte di Appello di segno contrario.
Nel ricorso, tra le varie censure formulate, i difensori avevano lamentato con forza che l’iniziativa demolitoria della Procura Generale violava un ordine di sospensione dell’abbattimento disposta dai giudici della esecuzione in data 19 maggio 2015 e – cosa ancora più grave – confliggeva platealmente con la sentenza di merito che aveva dichiarato i reati estinti per prescrizione.
Secondo la giurisprudenza citata dai legali dei Vacca la demolizione può essere eseguita dal P.M. solo se sia intervenuta sentenza di condanna, non anche nel diverso caso di proscioglimento per intervenuta prescrizione: proscioglimento del quale avevano, a suo tempo, pacificamente beneficiato gli imputati senza che la Procura avesse poi proposto impugnazione sul punto.
E questa demolizione – secondo i legali di Vacca – sarebbe stata la prima demolizione in Italia senza condanna.
Un caso senza precedenti nel panorama nazionale e contrario, oltre che alla legge, alla stessa Costituzione e alle norme dell’Unione Europea a tutela dei diritti dell’Uomo e della proprietà privata.