Il Comitato Spontaneo di Cittadinanza Attiva ha commentato con un comunicato l’incontro di ieri tra i lavoratori delle cooperative e la dirigenza Asl. “Non possiamo non prendere atto – si legge nel comunicato – della triste realizzazione delle ipotesi formulate in questi mesi: l’isola d’Ischia perde la residenza psichiatrica (SIR) e anche i servizi di riabilitazione (teatro, laboratori, orto sociale). I nostri amici Elena & co. dovrebbero essere allocati in una struttura abitativa di tipo assistenziale, una casa famiglia (come già ne esistono altre due, sull’isola), perché le loro condizioni ora sono state valutate, a differenza di pochi mesi fa, non più bisognose di supervisione psichiatrica costante. Finisce così – prosegue l anota – con una misera e burocratica sforbiciata orizzontale, un’esperienza di qualità lunga venti anni e un territorio di oltre sessantamila abitanti (per non parlare delle presenze stagionali) si ritrova privo di un servizio essenziale – in barba alle linee guida regionali che prevedono, per l’assistenza psichiatrica, due posti letto ogni diecimila abitanti. L’impostazione dell’ex direttore Asl Ferraro ha trovato nell’operato di Agnese Iovino piena continuità e preciso completamento. Cosa dobbiamo pensare del bando scaduto lo scorso 23 giugno? Una farsa interlocutoria, in attesa di definire i dettagli di un piano già stabilito? E quali saranno le sorti del Centro Diurno della Salute Mentale? Quale altra collocazione fantasiosa verrà, magnanimamente, trovata? I cittadini dell’isola assistono con indifferenza a questo scempio, avallando col silenzio la sudditanza delle istituzioni locali agli inaccettabili indirizzi regionali. Invitiamo, invece, a rendersi conto che senza una più ampia presa di coscienza e senza una mobilitazione più partecipata – conclude il Comitato – Ischia verrà privata di tutti quei presidi sociali e assistenziali che ancora ci qualificano come paese civile”.