DOMENICO SAVIO (PCIML): “NO ALLA CENTRALE GEOTERMICA AD ISCHIA!”

Mentre autorevolissime personalità del mondo scientifico da mesi lanciano l’allarme sulla pericolosità dei progetti di geotermia profonda uno dei quali dovrebbe concretizzarsi con la realizzazione di una centrale geo-termoelettrica a Serrara Fontana nella zona della piana della Falanga, sull’isola d’Ischia l’unico esponente politico che da oltre un anno si sta battendo per fermare questo progetto e salvaguardare così oltre che l’integrità dell’ambiente isolano anche la popolazione da possibili fenomeni tellurici, è Domenico Savio, segretario generale del Partito Comunista italiano Marxista-leninista e Consigliere comunale di Forio. Dopo essersi recato circa un anno fa a Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico per raccogliere tutta la documentazione prodotta in merito e dopo aver presentato nelle settimane scorse una proposta di delibera di Consiglio comunale al momento letteralmente snobbata dall’Amministrazione di Forio guidata dal Sindaco Francesco Del Deo e visto che a pochi giorni dalla scadenza dei due mesi disponibili a Istituzioni, associazioni e comuni cittadini per poter chiedere che tale progetto venga bloccato non risulta prodotto nessun atto amministrativo da parte delle amministrazioni isolane contro la realizzazione di quest’opera, Domenico Savio in queste ore si è fatto carico di chiedere con forza la sospensione del progetto al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e a quello dei Beni e delle Attività Culturali non concedendo il nulla osta richiesto. E lo ha fatto con un lungo esposto che ha inviato per conoscenza anche al Dipartimento per la Salute e le Risorse Naturali della Regione Campania, all’Autorità di Bacino, all’ARPA Campania, al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, alla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli, al Sindaco della Città Metropolitana di Napoli e ai sei Sindaci dell’Isola d’Ischia.

“Ritenuto che l’argomento è di estrema delicatezza e preoccupazione sociale – si legge nell’esposto -, in quanto non poche autorevoli fonti scientifiche sostengono che lo sfruttamento geotermico per la produzione di energia elettrica con centrali geo-termoelettriche in zone altamente sismiche, come lo sono l’isola d’Ischia e l’intera area dei Campi Flegrei, potrebbe favorire lo sviluppo di eventi sismici, che le nostre popolazioni hanno già drammaticamente conosciuto nel corso dei secoli e dei millenni. Il pericolo deriverebbe dall’attività di estrazione e re-iniezione forzata nel sottosuolo dei fluidi di geotermia ad alta temperatura determinando la rottura della tettonica naturale e conseguentemente incoraggiando una sismicità indotta dal sottosuolo, quest’ultimo diventato tettonicamente instabile. Tale tipo di sfruttamento geotermico potrebbe produrre anche l’inquinamento delle falde acquifere di profondità, di superficie e dell’atmosfera, con emissione di inquinanti di vario tipo, come anidride carbonica contenuta nel vapore, acido solfidrico, con la caratteristica puzza di uova marce, e altro; lette – prosegue Savio – le preoccupazioni del Professore Franco Ortolani, Ordinario di Geologia e Direttore del Dipartimento Scienza del Territorio presso l’Università Federico II di Napoli, studioso ritenuto tra i massimi esperti in Italia in materia di salvaguardia ambientale, analisi e metodologie di intervento per i fenomeni alluvionali e sismici, che ha dichiarato: ‘Un fatto molto preoccupante e destabilizzante sarebbe la creazione dei pozzi geotermici, previsti dal Ministero dello Sviluppo Economico sull’isola d’Ischia. Tale progetto di geotermia profonda prevede l’immissione dei fluidi in queste faglie, che, come dimostrato anche dall’ultimo e recente evento sismico, hanno un grado di instabilità tale da non poter essere oggetto di questi progetti, che costituirebbero un forte elemento destabilizzante e pertanto potenzialmente pericoloso. In un’Isola che basa tutta o gran parte della sua economia sull’attività turistica, andare a realizzare interventi che possono aumentare il rischio di terremoti significa auto lesionarsi. Facendo questi pozzi geotermici, ovviamente con l’immissione dei fluidi nel sottosuola, si destabilizzerebbe il già precario equilibrio geologico determinando una sismicità indotta e questo potrebbe aumentare fortemente il rischio di terremoti sull’Isola. D’altronde, senza fare allarmismo su questo tema, sono i dati che parlano, perché questi problemi si stanno verificando al Monte Amiata, in Toscana, dove a seguito dei progetti di geotermia profonda si stanno registrando degli eventi sismici, che stanno seriamente spaventando la popolazione’; letta anche l’importante intervista scientifica della Rivista Hyde Park al Prof. Giuseppe Mastrolorenzo, vulcanologo e ricercatore dell’INGV, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, presso l’Osservatorio Vesuviano che parla di una situazione molto critica sull’Isola; considerato che intorno ai progetti di energie alternative, come quella geotermica, si muovono interessi nazionali e internazionali giganteschi, con scarse e dubbie certezze sulla sicurezza dei territori interessati e delle popolazioni autoctone, che potenti cordate di potere economico, incoraggiate dalle scelte del potere politico europeo e nazionale, sono all’opera per accaparrarsi la maggiore fetta di profitti, che in tale situazione difficilmente gli studi sull’impatto invasivo del sottosuolo e dell’ambiente possono ritenersi con certezza assoluta garanti della sicurezza sociale per la realizzazione dell’intervento e che la vita umana non si può, e non si deve, mettere a rischio in cambio di incentivi economici messi a disposizione delle popolazioni interessate dai progetti di sfruttamento energetico delle risorse geotermiche di profondità; considerato ancoora che Forio e l’isola d’Ischia, come la più ampia Area Flegrea, da millenni sono terra di vulcani, di esplosioni e di lave magmatiche, di terremoti devastanti e di morti strazianti e che la realizzazione dell’impianto comprometterebbe gravemente e irrimediabilmente un patrimonio ambientale e paesaggistico di eccezionale e rara bellezza; ritenuto che per la sicurezza delle popolazioni residenti presenti e future e per i flussi turistici che frequentano l’isola d’Ischia occorre sostenere progetti a bassa entalpia, cioè a basso impatto ambientale e non invasivo del sottosuolo, così come previsto dall’articolo 1, commi 108 e 109, della legge regionale 6 maggio 2013 n. 5, attraverso il sistema delle sonde geotermiche, sino ad una profondità di 200 metri, per lo

sfruttamento del calore naturale della Terra e di quello geotermico, con l’uso diretto di fluidi geotermici a bassa temperatura da utilizzare: per il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici pubblici e delle abitazioni;

– per il riscaldamento delle serre, che è il sistema più comune di sfruttamento dell’energia geotermica in agricoltura; per le coltivazioni a cielo aperto, come irrigazione e/o riscaldamento del terreno. Il controllo della temperatura può consentire di prevenire i danni derivanti dalle basse temperature ambientali, di estendere la stagione di coltivazione, di aumentare la crescita delle piante, di incrementare la produzione e di sterilizzare il terreno; per l’allevamento, con riferimento alle condizioni sanitarie degli animali, alla temperatura controllata, inoltre i fluidi caldi possono essere utilizzati per pulire, sterilizzare e deumidificare gli ambienti e per trattare i rifiuti; per l’acquicoltura (allevamento controllato di forme di vita acquatiche), da noi in particolar modo la pescicoltura: si possono allevare specie esotiche, aumentare la produzione e anche, in qualche caso, raddoppiare il ciclo riproduttivo; per fini terapeutici e per usi sanitari, come sterilizzazioni, eccetera; ritenuto anche che le suddette norme regionali possono e debbono essere amplificate, ma sempre e rigorosamente all’interno dello sfruttamento dell’energia geotermica a bassa entalpia e con l’utilizzo delle sonde geotermiche, nel rapporto di fattiva collaborazione tra Comuni e Regione; non soddisfatto delle garanzie contenute nel Progetto in oggetto e viste le osservazioni, prescrizioni e considerazioni della Giunta regionale della Campania dell’11 settembre 2012, chiede al Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare E al Ministero dei Beni e delle attività Culturali e del Turismo per le motivazioni scientifiche, ambientali e sociali sopra esposte, di non concedere il nulla osta ambientale alla società IschiaGeoTermia srl per la realizzazione del progetto “Impianto pilota geotermico denominato Serrara Fontana” nell’Isola d’Ischia, Città Metropolitana di Napoli”. Sin qui la richiesta di Savio. Un ultimo appunto. Nell’interessantissima intervista rilasciata dal Prof. Giuseppe Mastrolorenzo si legge testualmente che “non esiste alcun piano di emergenza per un eventuale possibile evento eruttivo a Ischia, così come non sono stati elaborati scenari di riferimento su base vulcanologica. Tale situazione è molto critica, data l’elevata attività documentata sull’Isola nelle ultime migliaia di anni e l’evidenza di una notevole attività sismica di origine vulcano-tettonica, che testimonia l’elevata energia disponibile nel sistema”. Dichiarazioni allarmistiche, queste, che dovrebbero spingere, senza se e senza ma, tutti gli amministratori pubblici isolani a battersi con forza contro questo progetto e a chiedere allo Stato l’immediata elaborazione di un piano di emergenza per un eventuale possibile evento eruttivo a Ischia. E invece, ancora una volta, come troppo spesso accade, l’unico esponente politico isolano che si sta battendo con forza contro questo progetto per salvaguardare l’integrità dell’ambiente isolano e la popolazione da possibili fenomeni tellurici, è Domenico Savio. Speriamo che a questi se ne aggiungano tanti altri e che, soprattutto, le popolazioni isolane si rendano conto che è giunto il momento di scendere in piazza e gridare un forte e convinto NO alla realizzazione della centrale geo-termoelettrica e questo, soprattutto, per salvaguardare il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti.

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