IL “CAPRICCIO” DI FUKSAS! DI ANTIMO PUCA

Gran parte di isolàni e soprattutto casamicciōli è fermamente contraria, per non dire ostile, al “Piano Strategico per la rigenerazione urbana e lo sviluppo futuro del territorio” firmati dallo Studio FUKSAS. Nell’anno 2000, insieme a Doriana, Fuksas diresse la Biennale di Venezia col motto “less aesthetics, more ethics”, meno estetica, più etica. Nel 2009, nel corso di un’intervista rilasciata a Repubblica, Fuksas ci tenne a chiarire che non aveva cambiato idea, e ribadì il suo pensiero dichiarando: “Non c’è architettura o bellezza se non c’è etica: qualsiasi progetto deve confrontarsi con l’ambiente, il contesto, la sostenibilità. […] Non ci possiamo più permettere di immaginare un bel progetto che non sia anche un servizio alla civiltà”. In un’altra intervista pubblicata su Domani Press News, Fuksas è ancora più determinato, e dice: “Noi uomini non abbiamo tenuto cura del nostro habitat, l’abbiamo sfruttato, martoriato e distrutto quasi totalmente. Mi viene in mente l’esempio emblematico della Sardegna ricca di boschi che sono stati per legge eliminati per costruire le città seguendo il modello post unitario che è stato causa di molti scempi naturali nel nostro paese. Roma, Firenze e Napoli furono le prime città a subire questo cambiamento edilizio con un modello di città imposto dall’alto che non teneva conto dell’ambiente circostante”. Sapere che il lavoro e la missione artistica e sociale di Fuksas poggiano su pilastri così solidi conforta la comunità.

(Antimo Puca)

Ma non capiamo come tutto ciò possa accordarsi coi pilastri sui quali saranno piantati i tralicci di un impianto che ferirebbe irrimediabilmente il territorio senza risolvere neanche in parte il problema della mobilità urbana. Davvero, in quel progetto non c’è traccia di etica e di bellezza. È invece un perfetto esempio di quel “modello di città imposto dall’alto che non tiene conto dell’ambiente circostante” per il quale Fuksas sembra nutrire un disprezzo che tutti condividiamo. Come si conciliano allora le parole di Fuksas con i fatti? Perché ha accettato di far comparire il suo nome in un’operazione che contraddice ogni valore in cui sostiene di credere? Belle le suggestioni proposte dall’ archistar, che sicuramente si prenderà cura con un progetto all’altezza dell’isola verde. Casamicciola è uno dei Comuni dell’isola che ha una storia internazionale complessa che parte dal terremoto del 1883. “Ha fatto Casamicciola” espressione che nei primi del ‘900 ha significato “ê accaduto un disastro”. Speriamo che l’illuminato archistar si prenda cura di un territorio così fragile. L’isola verde con le palme. Belle le suggestioni date dalle immagini. Ma la comunità spera che uno studio di architettura di caratura internazionale, oltre a fungere da cassa di risonanza per cercare di attirare turisti, sia in grado di valorizzare l’ isola nel rispetto della flora indigena come del resto anche i CAM impongono. E che, soprattutto, sia il verde lo strumento per ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici e delle piogge che anche in questi ultimi giorni hanno flagellato l’isola Valorizzando e aiutando sulla base dei principi dell’invarianza idraulica anche questa norma a ridurre il consumo ed impermeabilizzazione del suolo sulla base di quanto prodotto. Gli ischitani non sono stupidi. Non bastano due palme per garantire la sostenibilità di un intervento, soprattutto in un territorio fragile come CasaMicciola, forse il più fragile tra i 6 Comuni. Deve essere fatto un progetto nel rispetto del verde. E che, soprattutto, non sia volto ad impermiabilizzare il proprio suolo, ma a recuperare aree a verde nel rispetto dei Criteri Ambientali Minimi e dell’invarianza idraulica tali da aiutare e allo stesso tempo valorizzare un territorio come quello di Casamicciola. Si deve esprimere la SovraIntendenza se quell’area del Comune è sottoposta a vincolo. È semplicemente una pensilina per fare ombra. La comunità si chiede: che funzione ha? Al posto di mettere quella roba non potete mettere alberi che fanno ombra? A Ischia vanno bene le palme? Speriamo che le suggestioni proposte dall’archistar superino questa mancanza garantendo un progetto rispettoso del verde dell’ isola come del resto i Criteri Ambientali Minimi impongono e che sia rispettoso dei principi di invarianza idraulica ed anzi sia un opera che possa aiutare a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, permettendo di assorbire le bombe d’acqua garantendo il ritardo dell’ immissione in fogna della pioggia. Caro Fuksas, è ancora in tempo per rivalutare la sua partecipazione a un’impresa che accosterebbe il suo marchio professionale a uno scempio ambientale, a un fallimento completo dal punto di vista funzionale. A un danno economico che avrebbe conseguenze nefaste per decenni. Il “Piano Strategico per la rigenerazione urbana e lo sviluppo futuro del territorio” dimostra quanto lontana sia questa pazzia dal modo che Fuksas ha di intendere l’architettura e l’urbanistica. Noi ischitani desideriamo un futuro fondato sull’etica sociale e il rispetto per l’ambiente, cioè quei principi cui anche Fuksas ha detto e ripetuto di volersi ispirare.

di Antimo Puca

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