Lunedì 23 dicembre alle ore 18, presso il Cinema delle Vittorie di Forio, si terrà, con ingresso libero, l’Anteprima mondiale del docufilm Il Fuoco di Santa Lucia, ideato e prodotto da Ciro Mattera, scritto e diretto da Eduardo Cocciardo e realizzato dall’Aenaria Recordings di Luca Ricci. Con il Patrocinio morale del Comune di Forio e la preziosa collaborazione dell’Hotel San Montano, del Ristorante Saturnino e della Ugualos Produzioni, il lungometraggio racconta una Forio, e di riflesso un’Isola, quasi perdute ed oramai sconosciute ai più. Attraverso la figura del compianto Salvatore Mattera, soprannominato Malvisiello, ideatore negli anni ’80 di una festa dedicata alla martire siracusana nella quale la fede ed il desiderio di autorappresentazione si intrecciavano al sogno di aggregazione ed abbattimento delle barriere sociali, il film descrive le pratiche di sopravvivenza dell’antica cultura rurale, che, assieme a quella dei pescatori, ha di certo rappresentato il cuore pulsante dell’identità locale. Ne viene fuori un ritratto poetico ed appassionato della Forio della metà del secolo scorso, capace ancora di sopravvivere col baratto e fortemente legata ai ritmi del mondo naturale. Un’epoca, dunque, in cui il rapporto fra uomo e natura non era ancora mediato da sovrastrutture simboliche che ponevano l’umanità in una posizione di schiacciante “superiorità” rispetto al contesto ambientale. Tema, quest’ultimo, di grandissima attualità, se si considera anche l’impatto del mondo sociale sul cambiamento climatico. La storia di Malvisiello diventa così assolutamente universale. Il film lascia emergere tutta l’umanità e la creatività di questo particolare personaggio, ma anche la capacità di agire prepotentemente nel tessuto sociale e di sognare un mondo migliore, riuscendo a rendere i suoi memorabili banchetti uno straordinario momento di autoanalisi e di aggregazione interclassista. Fra gli interpreti, oltre allo stesso Ciro Mattera e ai componenti della Famiglia Mattera, si segnalano le partecipazioni di Raffaele De Maio e del piccolo Gennaro Scarpato. “Abbiamo provato a realizzare un racconto poetico ma allo stesso tempo profondamente realistico di una realtà ormai annegata nei recessi della memoria – dichiara Cocciardo – Quando Ciro Mattera mi ha proposto il progetto, ad attrarmi è stata soprattutto la possibilità di raccontare un paese che di fatto non esiste più, se non nei ricordi sognanti di chi ha avuto la fortuna di viverlo. Un intreccio, dunque, di memoria individuale e collettiva, alla riscoperta della vera identità di Forio e dell’intera isola. Un tempo che oggi ci appare quasi mitico, se per mito intendiamo il modo in cui il popolo riempiva con l’immaginazione, il sogno, la fede e il senso dell’amicizia i vuoti lasciati da una società che gradualmente sceglieva di dimenticare le proprie origini. Dopo la prima del 23 dicembre – conclude il regista – l’obiettivo sarà quello di far conoscere il lavoro nei principali Festival dedicati al documentario e al cinema della realtà”.
