Nei giorni scorsi la politica procidana, uscendo fuori dall’abituale torpore, ha vissuto qualche momento di sussulto su due argomenti: la rimessa delle deleghe nelle mani del Sindaco da parte del consigliere di maggioranza, Peppe Giaquinto, e l’imminente abbattimento della piccola casetta, di poco più di 20 mq, della Sig.ra Elisabeth, evento drammatico che si inquadra nel più complesso problema dell’abusivismo e del condono edilizio elementi per i quali, ad oggi, appare sempre più distante una possibile soluzione.
Su questo, affidando il proprio pensiero alla pagina facebook, è intervenuto, in maniera abbastanza pungente, l’avv. Mariano Cascone, candidato a sindaco alle passate elezioni e consigliere comunale, di minoranza, del gruppo “La Svolta”.
“I miei colleghi di “Insieme per Procida”, per bocca del loro capogruppo Dino Ambrosino, – scrive Mariano Cascone – hanno annunciato che al prossimo Consiglio Comunale, che orami dovrebbe essere imminente, presenteranno mozione di sfiducia al Sindaco per il caso Giaquinto. Io sono pronto a votarla già da domani, voglio solo vedere se loro saranno tutti presenti o se qualcuno per “impegni imprevisti” si defilerà quel giorno…se così fosse allora siamo al cospetto della ennesima dichiarazione che sa di propaganda elettorale a poco meno di due anni dalle prossime elezioni comunali, e Procida ha bisogno di altro che iniziare a scannarsi con un così grande anticipo. Ci vogliono proposte concrete, come quelle che il sottoscritto ha fatto tante volte e che in ben due occasioni ha visto il Consiglio Comunale votarle all’unanimità (compresi gli Insieme), a differenza di chi invece è in perenne campagna elettorale.”
Sulla problematica relativa alla demolizione della casetta della sig.ra Elisabeth, per la quale si prefigura anche una incerta sistemazione futura, Cascone lancia una proposta e scrive: “Tra pochi giorni Elisabeth non avrà più casa, abbattuta dalle ruspe di Stato. Visto che le Chiese di Procida sono proprietarie di molti appartamenti, nella maggior parte dei casi sfitti e cadenti a pezzi, perché i preti isolani non le danno una di queste dimore ed in cambio la signora, con l’aiuto di volontari (che non mancheranno di certo), la mette a nuovo? Non sarebbe un bel gesto da parte della Curia? O se non girano soldi non si cantano messe?”
di Guglielmo Taliercio