(Trapani) – “Io sono perfettamente integrata – dice – sono nata qui e non ho mai avuto problemi, anche la protesta a Montecitorio l’abbiamo fatta tutti insieme ma non è stato giusto lasciarci fuori dalle telefonate con i parenti. La Farnesina ci ha detto di rivolgerci alla nostra Ambasciata. Ma noi abbiamo fatto la lotta tutti insieme, senza distinzione di nazionalità”.
Naoires è poi riuscita a sentire il padre dopo la liberazione. “Non gli ho chiesto nulla della prigionia – racconta – ci sarà tempo, prima voglio che si riprenda, voglio che stia bene e che abbia voglia di raccontare quanto accaduto. A noi interessa che stia bene e che finalmente dopo 110 giorni lo potremo abbracciare”. Racconta anche di avere saputo che i pescatori sono stati separati subito dopo il sequestro. E dice che “per una figlia è difficile avere un papà che fa il pescatore, perché è un lavoro che può anche finire in tragedia. Quando sono stata a Roma per la protesta ho avuto paura di non rivedere più mio papà. E stato terribile. Domani finalmente lo rivedremo e lo potremo riempire di baci”.