Si allargano le indagini relative al caso dell’affondamento dei due yacht ed il danneggiamento di diverse barche a vela nel porto di forio, avvenuto nel mese di febbraio. Gli investigatori non si sono dati sosta, hanno verificato le immagini delle telecamere di sicurezza sistemate nella zona portuale, hanno ascoltato le testimonianze e si sono soprattutto soffermati sulle dichiarazioni rese dalla guardia notturna, in servizio quella notte per vigilare sulle strutture e sulle imbarcazioni presenti nello specchio d’acqua.
Ed oggi, su mandato specifico della procura, i carabinieri hanno proceduto alla perquisizione di alcune abitazioni a forio, tra cui anche quelle di alcuni dipendenti di marina del raggio verde, la società mista che gestisce la concessione del diportismo nautico nel porto di forio.
Personaggi ancora per poco ignoti si sono introdotti nella notte del 24 febbraio e indisturbati hanno portato a segno un vero e proprio atto di sabotaggio, studiato da mani esperte e nei minimi particolari nel porto di forio, nell’area gestita dalla società Marina di raggio verde. L’obiettivo era quello di danneggiare il più possibile, e hanno messo le mani su due yacht e su alcune barche a vela, ma di quelle di notevole pregio.
Sapevano come muoversi, conoscevano i luoghi e i mezzi: per questo è stato facile aprire i boccaporti, tagliare i tubi che servono per pompare l’acqua all’esterno degli scafi, in modo da riempirli invece di acqua per farli affondare. E questa è stata la sorte dei due yacht, uno di proprietà del notaio Albore, l’altro intestato ad una società romana. Danni ingenti per i due scafi, per i quali si è lavorato sodo, per tirarli fuori dal fondo dove si sono adagiati.
Ma le mani esperte si sono dirette anche contro le vele di alcune imbarcazioni, imbrattandole con dell’olio: una lattina del liquido è stata ritrovata sul posto, sulla quale si stanno individuando le impronte digitali così come si sono rilevate alcune impronte di piedi, lasciate da chi non ha avuto la prudenza di evitare di intingerli nello stesso olio.
E così le tracce, le mezze affermazioni, i riscontri incrociati, i video e le perquisizioni, stanno consentendo ai carabinieri di stringere il cerchio attorno agli autori del gesto