Per vedere applicata la delibera del consiglio comunale “Stop alle slot-machines ed al gioco d’azzardo” il comune di Capri è stato costretto a rivolgersi al Consiglio di Stato.
Nella seduta di consiglio comunale di settembre scorso era stata votata favorevolmente la proposta che delimitava le distanze dai luoghi sensibili e religiosi per la presenza della cosiddette macchinette: un atto forte voluto come misura di contrasto a quella che sta diventando una vera e propria piaga sociale sull’isola azzurra.
Ad impugnare tale provvedimento sono state alcune attività capresi che evidentemente hanno valutato come un forte danno economico il nuovo regolamento. Da una serie di dati raccolti, infatti, l’isola azzurra è una delle più “spendaccione” in fatto di “video-giochi” finalizzati ad incassare vincite in denaro.
I dati inquietanti sulla ludopatia sono a conoscenza e sotto gli occhi di tutti coloro che frequentano quotidianamente l’isola. Un tecnicismo, appunto, ha annullato una decisione che si era ispirata a principi di carattere sociale e non burocratico. Ed ora si attende la decisione del nuovo grado di giudizio.