CHE FINE FAREMO? DI VINCENZO ACUNTO

Il 6/3/22, a poche settimane dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, scrissi su questo sito un pezzo abbastanza allarmante dal titolo “Dove stiamo andando a finire?”. Consiglio il lettore curioso di andare a rileggerlo, non per attestare una mia preveggenza sulle vicende del mondo, ma per rendersi conto (una volta in più) come l’assenza di veri leader politici stia portando il pianeta verso il disastro totale. I focolai di guerra oramai non si contano più e con essi il numero dei morti.

Hamas fa una strage in Israele (nascondendosi in Palestina); Israele reagisce e sta distruggendo la Palestina, poi invade il Libano e l’Iran manda una cascata di missili su Israele. In Ucraina, la Russia continua imperterrita la distruzione di ogni cosa e delle persone che vi vivono senza che si intraveda lo spiraglio di una tregua. L’illuminato occidente continua a fornire finanziamenti e armamenti alle parti belligeranti perché continuino ad uccidersi in attesa (forse?) che qualche pazzo, tra i protagonisti, preso da una smania superiore, decida di far prendere aria all’arsenale nucleare. Anche per non far fare brutta figura a Nostradamus che ha previsto l’evento finale. In questo bailamme generale, del quale pochi riescono a capire i motivi veri, l’unica tenerezza, e allo stesso tempo stizza, che mi raggiunge, è quella di vedere la figura del Santo Padre, che dalla finestra di S. Pietro continua a dire “Preghiamo Dio perché cessino tutte le guerre in atto”.

PAPA FRANCESCO JORGE MARIA BERGOGLIO

Evidentemente il Padreterno non lo ascolta più o, forse, non è tanto vero che egli sia il rappresentante di Cristo in Terra. Se fino a ieri nessuno lo sapeva, oggi lo sa! Anche perché, evidentemente, in certi ambienti la sola preghiera non serve più. Viviamo un tempo in cui la mancanza di leader politici si avverte come non mai e il Papa che volendo o no è il capo assoluto, leader indiscusso del cristianesimo, perde l’occasione per porsi al centro del dibattito, tra mezze scartine guerrafondaie, con iniziative di rilievo che portino all’immediato silenzio delle armi. È vero che, come faceva dire il Manzoni a Don Abondio “il coraggio se uno non ce l’ha mica se lo può inventare”, ma è anche vero che, invece di correre il rischio di diventare patetici col dire le solite inutili cose, senza fare concretamente nulla, che esiste quel bell’istituto delle dimissioni con il quale, senza perdere prebende, anche un Papa si può dimettere. Quel grande Papa che è stato Benedetto XVI, che aveva intuito l’avvicinarsi di tempi bui per l’umanità e per la Chiesa, non ci pensò due volte a lasciare sperando che il suo successore avesse più forze fisiche per arginare i fenomeni che si stavano approssimando. Caso mai con idee più chiare sul ruolo di potere che esercita e della forza dirompente che la “moral suasion” di ogni pontefice riesce ad esercitare su chiunque. Nel secolo scorso ed anche prima abbiamo avuto papi che hanno dato lezioni al mondo scendendo in campo di persona a fronte di eventi gravi come le guerre o le migrazioni dei popoli! Non dimentichiamo, da ultimo, le lezioni di Paolo VI quando intervenne all’ONU o quando dalla finestra di S. Pietro supplicò le brigate rosse perché lasciassero in vita Aldo Moro. Ed anche Woitila che in Sicilia scomunicò i mafiosi! Per ogni circostanza l’azione che appariva o era considerata più appropriata! Questo significa essere un vero leader. O dobbiamo ritenere che la carenza di leader abbia coinvolto anche la Chiesa? Io spero di no e continuo a sognare che, in un rigurgito di coraggio, il Santo Padre Francesco possa, personalmente, mettersi al centro di una azione diplomatica mondiale che, portando all’immediato silenzio delle armi, faccia comprendere ad ognuno che la pace è un bene talmente grande, superiore ad ogni cosa materiale, per la quale val la pena di rinunziare, ognuno, a qualche cosa. Altrimenti che fine faremo? (acuntovi@libero.it)

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