BARANO – Quello che è successo durante la partita del Barano potrebbe anche non sorprenderci, visto che di calci e di spinte nel calcio si vive. Era stato tutto tranquillo fino al primo goal del Barano, che in occasione della prima rete non aveva messo fuori il pallone per permettere il soccorso ad un giocatore avversario rimasto a terra infortunato. Un gesto non obbligatorio, ma che di solito è abbastanza frequente, come si dice, per il fair play tra le squadre. Il Barano segna e il Mari s’ infuria, un parapiglia generale che ha costretto il direttore di gara a fermare il gioco per cinque minuti. In questo lasso di tempo un giocatore del Mari rifila un calcione ad Impagliazzo autore della rete, venendo ovviamente espulso. Si è poi ripreso a giocare ma gli animi sono rimasti comunque caldi. Addirittura i giocatori ospiti, si rivolgevano minacciosamente al pubblico di casa che non se ne è stato di certo in silenzio. Un comportamento, quelli dei giocatori di S. Sebastiano al Vesuvio che ha lasciato basito più di qualcuno accorso al Don Luigi Di Iorio per assistere alla partita. Su quanto detto fin qui si potrebbe anche sorvolare, etichettando il tutto con un chiaro inasprimento della partita a seguito della scelta del Barano di non fermarsi. Scelta però completamente consentita e pertanto rispettabile e soprattutto non una scusante valida per quello a cui si è assistito dopo. Quello che però è successo dopo la fine della partita è ben più grave e va ben oltre la giustizia sportiva. I giocatori del Mari, usciti dallo stadio, si stavano recando sulla fermata dell’autobus di via Piano, pare scortati dai carabinieri. A questo punto avviene l’assurdità: un tifoso del Barano insieme ad un suo cugino erano a bordo di uno scooter e proprio all’altezza della fermata dell’autobus sono stati bloccati dai giocatori del Mari, scaraventati a terra e c’è stato un tentativo di aggressione nei confronti dei due ragazzi che, accerchiati da un gruppetto di giocatori del Mari, sono riusciti per fortuna a scappare, lasciando lo scooter (che ha subito danni abbastanza seri) a terra. Abbiamo contattato uno dei due ragazzi coinvolti che ci ha dichiarato: “Io e mio cugino siamo stati aggrediti dai giocatori avversari sulla fermata dell’autobus proprio all’imbocco di via Piano. Erano in cinque o sei, gli altri un po’ più avanti di una decina di metri e mentre stavamo sul motorino hanno cercato di picchiarci, siamo caduti dal motorino ma per fortuna siamo riusciti a scappare, io verso il campo e mio cugino verso Testaccio. Non abbiamo subito lesioni solo perché siamo riusciti a scappare, se fossimo restati li ci saremmo fatti male, erano troppi”. Non si è riusciti però a capire le motivazioni di questo gesto folle da parte dei giocatori del Mari, forse risentiti delle punzecchiature del pubblico durante la partita. Probabilmente hanno riconosciuto i giovani (che tra l’altro non appartenevano a quel gruppo di tifosi che ha avuto anche un faccia a faccia con i giocatori divisi dalla ringhiera dello stadio) e hanno scaraventato tutta l’ira su di loro. Per fortuna non riuscendo nell’intento. Se è vero ciò che ci è stato raccontato e denunciato, ci troviamo davanti ad un episodio gravissimo. Ma intanto è lecito chiedersi che fine avevano fatto le forze dell’ordine, cosi come è lecito chiedersi come sia possibile che una partita di calcio debba trasformarsi in una “guerra” che va ben oltre il rettangolo di gioco. Chissà comunque se i giocatori del Mari avessero fatto lo stesso su un campo e in un luogo meno tranquillo di quello baranese. E se includiamo anche la vigliaccheria nell’aggredire in cinque o più due ragazzi su uno scooter, diciamo che il Mari ha fatto una brutta figura, in campo e fuori.
di Vincenzo Agnese