GLI ALBERI NON VOTANO, MA SCRIVONO IL NOSTRO FUTURO! DI ANTIMO PUCA

In una Italia che insegue il green deal e semina piante Ischia è ancora, nonostante tutto, un tesoro ignorato fatto di natura ancora generosa nonostante tutto, borghi e Comuni che la pandemia dovrebbe far riscoprire ed esaltare. Bisogna fare in modo che Ischia diventi una riserva di ossigeno,un luogo che nel 2020,anno internazionale delle piante ma anche del covid, dovrebbe e deve avere la prima rivincita sulla storia. Ischia, salvadanaio del futuro ,una risorsa, uno spazio importante per la Green economy e per nuove occupazioni in equilibrio con la natura. “Gli alberi e il verde sono un museo vivente per reimparare a vivere”, direbbe il sociologo Edgar Morin. Non c’è niente da inventare. Fanno parte di un paesaggio che offre risposte alla crisi pandemica e a quella climatica ma hanno bisogno urgente di cura e di attenzione. Boschi e pinete abbandonate sono un disastro e vanno governati come si faceva un tempo quando dipendevano dalla natura e ne facevamo parte. Oggi vanno ricostruiti i legami con le terre,ma, soprattutto, bisogna ricreare condizioni di vita e di lavoro in questi luoghi. Tutela e manutenzione dei territori rendono più degli interventi necessari dopo un’emergenza. Ma anche il turismo per crescere necessita di paesaggi curato decoro, servizi alla persona. La domanda dei nuovi stili di vita può creare un mercato, ma ci vuole una strategia per il futuro. A Cetrignale, un architetto geniale, Davide Groppi, compasso d’oro per le lampade ergonomiche, ha suggerito di eliminare i lampioni e illuminare  muri di sasso. L’effetto di sera è magico. Elimina ogni inquinamento visivo nelle notti stellate d'”agosto. Si potrebbe seguirne l’esempio. Il dictat è: inventarsi di tutto per evitare la lenta eutanasia di un’ischia che muore.  Lanciare un grande piano per la forestazione delle nostre pinete e dei nostri luoghi boschivi. Nel nuovo mondo il passato è un aiuto per il futuro,per un isola “dove ogni svolta/la sorpresa/sovrasta l’attesa/” ,come scrive il poeta Caproni.  Ma servono infrastrutture digitali e nuove professioni, “giardinieri di un altro benessere”. Ogni sindaco dovrebbe  portare la propria scrivania, almeno per un giorno, nei boschi, nelle pinete, dove gli alberi sono anche loro dei cittadini. Non votano. Ma indicano la via per un futuro sostenibile.

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