IL PAESE DELLE REGOLE STRAPPATE…DI VINCENZO ACUNTO

La settimana che oggi ci lascia è stata caratterizzata da una serie di eventi che, seppur diversi tra loro, risaltano come l’Italia sia il paese delle regole scritte e poi strappate, che nessuno applica, o le applica a seguito di un’interpretazione personale e possibilmente utilitaristica. Potremmo passare dalla vicenda del giudice di Roma che ha ordinato il ritorno in Italia dei migranti indirizzati all’hot spot in Albania, ai reiterati allagamenti in Emilia Romagna, o agli eventi meteorologici della mia isola (che hanno interessato i titoli del TG1) o a quella, sempre casalinga, del funzionario del servizio legale del comune di Lacco Ameno che è stato condannato dalla Corte dei Conti per danno erariale, per aver liquidato spettanze professionali ad un avvocato che non aveva titolo per pretenderle. Vicende diverse, che stimolano al lettore una domanda molto semplice “ma la regola che dice?” E qui l’interrogativo diventa impegnativo in quanto ogni regola scritta in italiano si presta a più interpretazioni. E’ un segno evidente che la nostra lingua si insegna male o che, a forza di essere continuamente infarcita di termini “albionici”, si generano mostri interpretativi per i quali varrebbe la pena intrattenersi. Sull’interpretazione della sentenza della Corte di Giustizia Europea (CGE) che è stata alla base del provvedimento di rientro dei migranti, mi limito solo ad riportare taluni commenti di autorevoli personaggi e cultori della materia letti sui giornali. Il Ministro Nordio -foto 1-

(giurista di conclamata fama ed intellettuale raffinato) ha parlato di “provvedimento abnorme” (che è un termine giuridico di particolare gravità), mentre il Magistrato Cono Tarfusser -foto 2-

(ex Giudice della Corte Penale Internazionale) ha detto “forse è stata letta la versione in francese” (della sentenza del CGE); La prof.ssa Serena Rossi componente della CGE “mi sembra che questa sentenza in italia non l’abbia capita proprio nessuno in quanto riguarda un rimpatrio della repubblica Ceca verso la Moldavia e si limita a ribadire che è competenza degli Stati fissare la lista dei paesi sicuri, considerando l’intero territorio: Non parti di esso”. Nel frattempo, una nave aveva portato 12 migranti in Albania e il giorno dopo un’altra li ha dovuti riportare in Italia (consegnati alla clandestinità con sputtanamento del paese verso il mondo intero) e, se non sono già scappati, a seguito dell’intervento chiarificatore del governo (altra ridicolaggine), saranno riportati in Albania. A spese di chi? Ovviamente dell’erario (cioè tuti noi) che competenti non siamo e presumiamo che a certi livelli ci siano!     Allagamenti: Il fatto che quando piove ci si allaga è un segno evidente che i lavori di urbanizzazione di aree (che tali non erano) sono stati fatti male; o per cattiva allocazione dell’abitato o per cattiva progettazione del deflusso meteorico. Da qui non si sfugge e, tanto il primo (allocazione dell’abitato) che il secondo (deflusso) sono stati individuati e progettati da tecnici della pubblica amministrazione e non da “Gennarino e pricchiacchiello”. Visto il ripetersi frequente di tali fenomeni è agevole dedurre della poca competenza degli apparati tecnici che andrebbero immediatamente rimossi dai loro incarichi e sanzionati dei danni.

La foto 3 dimostra del tempo in cui la cura del territorio e dei fiumi era affidata a persone responsabili e competenti.  Anche l’isola d’Ischia -foto 4 e 5-

è stata interessata dalla cronaca nazionale a seguito di una vicenda di pioggia che ha trasformato talune strade in torrenti con tombini sbalzati in aria dalle acque che correvano incanalate al di sotto. Visto che le acque che venivano fuori dai tombini erano nere, il ragionamento ci porta, con estrema semplicità, a poter dire che nelle condotte fecali sono stati incanalati anche gli scarichi pluviali. Fatto legalmente proibito, che non s’è realizzato per “fatto divino” ma per schiatteria asinina di certi tecnici che pensano che, incanalando tutto nella fogna si risolve il problema. Faccio riflettere i lettori, se hanno mai assistito sulle pubbliche vie all’apertura di qualche tombino fognario, e dell’organizzazione tecnica necessaria per scoprirli. Pensate ora che forza di spinta può raggiungere l’acqua che, indirizzata nelle condotte (oggi fatte tutte in materiale plastico), alza per aria quei tombini che, ripeto, per alzarli necessitano di paranchi idraulici e uomini. Bene, quella pressione prima di riuscire a buttare per aria il tombino, ha fatto pressione sulle condotte, sulle loro giunture che, non essendo progettate o meglio costruite, per reggere certe pressioni, si lesionano e incominciano a disperdere nel sottosuolo liquami per voragini future. Il dato di fatto è che dopo l’evento si vedono i soliti occupanti gli uffici tecnici che fanno un giretto sui luoghi, fanno rimettere in sede i tombini spinti lontano, fanno fare una pulita e…… si resta in attesa del prossimo acquazzone. Senza che ci sia qualcuno a verificare eventuali lesioni delle condotte. Così ad Ischia, così in Emilia Romagna, in Liguria o altrove. Ma non sono solo gli uffici tecnici ad essere ingolfati da incompetenti. E’ l’intera macchina amministrativa. La vicenda riportata dai media sulla condanna per danno erariale del funzionario dell’ufficio legale del Comune di Lacco Ameno -foto 6-,  

per aver pagato somme che non doveva, consente di accendere i riflettori sulle competenze che proliferano anche in altri settori della P.A. Sono eventi che si ripetono con una ciclicità impressionante ed impongono, necessariamente, qualche correttivo serio a quella che è la madre dei disastri delle organizzazioni delle amministrazioni pubbliche (la legge Bassanini) che un grande giurista -il notaio Arturo- alla sua promulgazione così definì: “farà più disastri alla P.A. della seconda guerra mondiale”. Se non vogliamo continuare ad avere una amministrazione pubblica intasata di soggetti che oltre a comprometterne l’immagine ne rallenta l’operato e fa danni, appare necessario che la procedura di arruolamento sia sottratta al potere di appartenenza che poi l’assunto rappresenta e affidata a commissioni di esperti esterni provenienti dall’insegnamento superiore e/o universitario. Che la pubblicità dei bandi e delle graduatorie sia resa pubblica senza possibilità di ricorso a scappatoie poco visibili (come pur succede). Che sia rivista la normativa che consente i cosiddetti trasferimenti orizzontali se non accompagnati da attestati di merito e di anzianità. Chi è stato assunto con “pratica agevolata” da una amministrazione ove non ha brillato, non vada a fare danni altrove. E per concludere, dopo aver scritto, mi chiedo “chi dovrà fare il primo passo o resteremo sempre il paese delle regole strappate?”.

(acuntovi@libero.it)

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