Emergenza rifiuti, crisi politica, Istituzioni ed Enti che si arrendono agli ottusi pregiudizi di una piccola minoranza…e poi una lunga scia di fatti, alcuni dei quali insoluti, che denotano costumi di vita e comportamenti non proprio ispirati alle sane regole di una morale semplicemente umana.
Anche perché si ha l’impressione che il malessere sia più profondo e diffuso di quanto questi fenomeni tutto sommato di superficie lascino intravedere.
Quest’isola, che profondamente amiamo, si presenta sempre più sfilacciata, frammentata al punto da apparire ridotta addirittura “a coriandoli”.
Un’inerzia di fondo è la cifra più profonda della nostra attuale società locale.
In essa si protende a pensare che la colpa di tutto sia da ricondurre a una complessa e comune incapacità di costruire uno sviluppo partecipato.
Sembra davvero che, bloccato lo slancio e la crescita anche economica, ci sia in giro piuttosto paura del futuro e un senso di fatalistico declino.
Sembra circolare una sfiducia diffusa e pericolosa.
La fiducia degli ischitani nelle Istituzioni è ormai scesa ai minimi termini.
La gente non crede più alla Politica. Resistono, per fortuna, le forze dell’ordine e, anche se un po’ meno, la Magistratura. Tiene soprattutto il mondo del volontariato. Si fa largo una Politica personale. Spesso la vera disabilità è insita in pensieri e convinzioni personali di chi, pur credendosi chissà chi, resta invece solo un onesto ma grigio uomo medio.
Un obbiettivo prioritario di intervento da concordarsi con una vasta rete interistituzionale a livello locale e sovralocale è lo sviluppo turistico, valorizzare l’economia dell’esperienza connessa alla fruizione turistica del territorio ed al consumo dei suoi prodotti; confermare l’importanza di quei nodi di offerta che qualificano il territorio come luogo in cui vivere esperienze.
Ischia con le sue risorse ambientali, con il suo patrimonio di storia civile e monumentale, esprime grandi potenzialità nell’economia dell’ospitalità e dell’intrattenimento. Un’ economia, dove sono le relazioni ad essere al centro delle transizioni economiche, le relazioni non solo tra le persone, ma anche delle persone con la cultura e con l’ambiente, con ogni genere di hobby e di conseguenza anche con la fruizione della montagna e degli ambienti naturali. L’ambiente è diventato un potente mezzo di comunicazione capace di trasferire ai suoi fruitori coscienza ecologica, ma anche l’immagine di un territorio e delle sue offerte. La natura come luogo dell’esperienza e la natura come mezzo di comunicazione: sono due concetti chiave, alla base del nuovo modo di fare economia. La qualità ambientale ha assunto il valore di bene scarso e un crescente numero di persone è disposto a spendere denaro per poter vivere esperienze nella natura. La ricchezza di valori naturali non esaurisce di certo il quadro dell’offerta del territorio, come dimostra la ricchezza del patrimonio architettonico storico-culturale, ambientale-naturalistico sport turistici, eventi culturali, enogastronomico, che possono trovare forma di offerte turistiche specializzate come ad esempio il circuito agrituristico, il turismo del benessere, il turismo eno-gastronomico. Il filo conduttore che unisce e qualifica questo tipo di offerta è la valorizzazione della qualità e della diversità. Le Amministrazioni locali devono avviare percorsi in tal senso: avviare esperienze da realizzarsi con programma-progetti che promuovano percorsi, progetti di sviluppo turistico, valorizzazione storica ed ambientale, la valorizzazione dei prodotti locali, la creazione di una rete di siti castellani, la creazione di circuiti turistici e culturali. Il territorio è inoltre ricco di produzioni tipiche, di ristoranti inseriti in circuiti di eccellenza, di eventi culturali organizzati dalle Pro Loco. Tutte realtà che possono offrire un’alternativa al turismo massificato, sulla traccia segnata da altre realtà turistiche come la Toscana, l’Umbria, le Langhe, che su questo modello ha costruito le proprie fortune e che comincia a presentare fenomeni di saturazione. I processi di una crescente domanda sono visibili sul territorio con la presenza di turisti stranieri, di cittadini che acquistano e ristrutturano rustici. La sfida è quella di valorizzare e governare questa domanda impedendo che si trasformi in svendita del territorio. Ecco che allora l’obiettivo in ambito turistico è triplice:
1-da un lato valorizzare le punte di eccellenza che già esistono ed operano sul territorio;
2–dall’altro fare emergere il potenziale turistico ancora in gran parte inespresso;
3-promuovere una cultura diffusa di accoglienza turistica nel territorio.
Tali esigenze non sono disconnesse e possono trovare, in primo luogo, una risposta nell’elaborazione di politiche municipali, in applicazione agli indirizzi di un Piano Territoriale Turistico, capaci di integrare i diversi aspetti sociali, culturali, ambientali, economici che qualificano i Comuni di Ischia come “luoghi del buon vivere”. Il problema è che la sola dimensione amministrativa si rivela ancora insufficiente ad assicurare quelle risorse di comunicazione di cui un sistema locale ha bisogno. Ancora debole è il ruolo dei privati, che al di là di alcuni casi di eccellenza, ancora stentano ad investire su tale modello. Se gli obiettivi di incrementare l’efficienza delle reti vede il ruolo centrale delle Istituzioni locali, a cui si affianca il ruolo delle rappresentanze economiche e dell’associazionismo sociale, un progetto di valorizzazione turistica di questo territorio, oltre al ruolo dei Comuni e della Provincia di Napoli in applicazione alla legge quadro regionale sul turismo, deve prevedere un forte investimento da parte degli operatori privati. In particolare, la carenza di offerta ricettiva e di offerte turistiche articolate e connesse a circuiti consolidati, che si contrappone alla ricchezza di offerte ambientali, enogastronomiche, sportive e culturali, induce un modello turistico di transito non in grado di valorizzare le potenzialità di questo territorio.