Eduardo De Filippo:”Quando si progetta per Ischia c’è sempre un rischio: fare come si crede sia meglio secondo visioni, diciamo così, volontaristiche: “mi piacerebbe così e così io faccio”. Idee ardite. Fuori dal contesto. Ischia ha un’anima particolare, che non scompare neppure di fronte al degrado al quale è stata condotta da una decina di anni in qua. Né di fronte alla pervicace distruzione del suo verde pubblico. Né alla sua “gloriosa” riduzione. Totó: “ho un orgoglio d’appartenenza a ‘stu scoglio d’oro illuminato, che porto in giro come una bandiera. Ischia è aperta alla libera immensità della luce, del sole, dell’aria profumata e salubre, dei venti purificatori…è aperta alle visioni radiose del panorama marittimo e montano…Ischia è fragile. È anche peggio scavare le piazze della passeggiata e le pinete per parcheggi sotterranei e non. E mi fermo qui, senza andare oltre.
(Antimo Puca)
Eduardo:” Il “furore immobiliare”! Ischia già una “eccellenza” per il carico edilizio rispetto al territorio. Da Isola verde a Isola di calore. Assenza di verde e concentrazione di cemento e asfalto aumentano pericolosamente il surriscaldamento e l’azione solare. Intervenire sulle isole di calore nella progettazione urbana, con piani di mitigazione del calore che progressivamente riducano le aree impermeabili di asfalto, cemento, pietra e aumentino la parte verde o naturali e permeabili, è una priorità di sopravvivenza. Totó:”Il capitale è costituito da: “mare, spiaggia, pinete, lago in porto, colline”, ma anche di “atmosfere dei luoghi” e di vivibilità. Sono tutti valori che vanno salvaguardati perché se non difesi si deteriorano”. Eduardo:”Qualcuno dice che parcheggi e prati di plastica vanno fatti perché c’è un contratto. Per I cittadini non è così. Un’opera deve essere nell’interesse collettivo. Altrimenti, il contratto si deve stracciare. Anche a costo di pagare una penale” Totó:”Anche realizzare un’opera contro l’interesse pubblico è una penale che si paga negli anni. Idee archi star e di parcheggi tradiscono le colpiscono di pugnale. I cittadini non se ne fanno nulla di colate di cemento con del verde costruito intorno per incantare turisti e passanti. I cittadini vogliono spazi preservati dall’urbanizzazione e interamente destinati a verde”. Eduardo:” Perdere il verde e non mitigare il mortale inquinamento atmosferico che ci attanaglia è vero suicidio”. Totó:”Fognature, opere pubbliche tanto detestate quanto indispensabili, ne hanno fatta di strada arrivando a mare e passando anche per i teatri di posa, costituendo la via di fuga perfetta per ladri, fuggiaschi e paladini della giustizia. Ma la contrapposizione tra acque bianche, dono del cielo, e acque nere, per le quali non occorre alcuna descrizione, diventa un vero e proprio caso. Cittadini e forestieri lamentano esalazioni provocate da un’inefficiente sistema fognario. Eduardo:”A volte è opportuno chiedere e fare la voce grossa affinché vengano presi gli opportuni provvedimenti per ripristinare e riportare la situazione alla normalità, con l’auspicio di promuovere un circolo virtuoso fatto di manutenzione e monitoraggio”. Totó:”Sembra’di ritornare all’inizio di un film già visto. Come il gioco dell’oca. Un governo di scopone scientifico. Conclusa quest’analisi strategica, c’è da individuare il luogo: qual è il migliore? Dipende. Per i maschi c’è in vetta il ripostiglio o comunque la stanza dell’archivio. Si tratta di un posto con una porta spesso fornita di chiave. Occhio però a non chiudervi dentro altrimenti dovrete affidarvi agli addetti delle pulizie. Al secondo posto c’è la sala conferenze: tanto piena in certi momenti quanto deserta in altri. Terza piazza per il proprio ufficio o per il proprio spazio negli open space. Curiosamente, il bagno arriva solo in quarta posizione (troppo via vai), precedendo l’ascensore (ultrafast), la scrivania (non si è capito bene di chi, forse del capo) e l’area fumatori (ma dopo serve una doccia). Eduardo:”Niente governicchi semibalneari. Ma un governo forte”.
di Antimo Puca