ISOLA D’ISCHIA: EX SINDACI SI RIVOLTANO NELLA TOMBA. DI ANTIMO PUCA

M’è capitato n’avventura. Madonn, si ce penso, che lezione! ‘O fatto è chisto. Statemi a sentire Corricchiavo all’alba tomo tomo e ‘ncap a me pensaj: Stu mobile ischitano s’o pensava ca nu juorno faceva ‘o sindaco, ‘o parlamentare ? Mentre fantasticavo ‘sto pensiero, tutt ‘a ‘nu tratto, che vedo a luntano? Tre ombre avvicinarsi a parta mia. Pensaj: ‘stu fatt a me me pare strano. Era ‘o sindaco Telese, cu a giacca, a cravatta e o’ farzuletto. Chillat appriess a isso n’uragano, tutt ncazzato e cu o statuto nmano. E chill è certamente è ‘o sindaco Mazzella. N’ato, distinto assaj, incedere elegante. E chill è certamente il sindaco Giovanni Di Meglio. Int a stu fatt i’ nun ce vedo chiaro. Potevano stare a me quasi un palmo, quann Telese se fermaje e scatt e, tomo tomo, calmo calmo, dicette a Mazzella:”La mia Ischia, giardino d’Europa, con le pinete, lo stadio, il palazzetto, strade pulite.

(Antimo Puca)

Telese:- Abbattono alberi per motivi di cementificazioni! Rotonde inutili e affolla-traffico, anziché smaltisci-traffico, poco utilizzate, male utilizzate in controsenso, malamente collegate, centri commerciali, con la presunta giustificazione di instabilità di alberi secolari. Un vero e proprio ossimoro! Mazzella:- Viciè, Costi immani per interventi ripetuti perché funzionano male e durano poco! Le caditoie non sono efficacemente pulite dagli aghi di pino e dalle erbacce! Neppure i pozzetti a bordo marciapiede pieni di foglie e fango. Acque nere e acque bianche (ovvero l’acqua piovana) si mescolano in maniera spaventosa, causando il fenomeno del “troppo pieno” delle cloache costiere. Telese:”La Costituzione italiana, in merito all’iniziativa economica, ordina che “…non può svolgersi… in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.” Giovanni Di Meglio: – Nel 1952, riuscìi a portare sul posto Alcide De Gasperi che fu colpito dalla bellezza dei luoghi ed assunse impegno che avrebbe finanziato la opera. Mi si inumidivano gli occhi quando vedevo le mogli dei pescatori di Testaccio che risalivano sotto il sole cocente la ripida via Carafà portando sul capo una pesante tinozza colma d’acqua di mare col pescato da vendere. Uno dei motivi che mi spinse a quell’autentica impresa che fu la realizzazione della strada per i Maronti, ancora sfondo della pubblicità della nuova 500 Fiat. Aprìi, con la strada dei Maronti, Barano al turismo e dotai l’isola di un altra fortissima fonte di ricchezza. E sopperìi alla carenza, a dir poco, di strade non solo con quella per i Maronti ma con le preziose varianti di Piedimonte (che affiancava il percorso di Casabona) e di Barano centro (dove gli autobus interrompevano il giro dell’isola tornando indietro perché le strettoie impedivano il passaggio dei mezzi!). E ancora, misi in cantiere un progetto ambizioso che, se realizzato, avrebbe avuto un notevole impatto turistico e ambientale: la valorizzazione di Olmitello e Nitrodi con un centro termale che l’imprenditore Rizzoli si era impegnato a realizzare assieme al Comune di Barano, con una stradina pedonale che dal nuovo piazzale dei Maronti avrebbe raggiunto Sant’Angelo! Ma cosa ne sarà dei Maronti, con cantieri aperti alla realizzazione di un hotel su costa friabile e a 150 m dal mare e senza più parcheggio accogliente per forestieri e residenti? Mazzella:”Viciè, Erano tempi, quelli, in cui i Comuni erano poveri. Le opere si costruivano con squadre di lavoro dotate di picconi e non di bulldozer. Nè si poteva contare sulle piogge di miliardi di oggi. Ma si operava più velocemente e senza la corruzione attuale. Di Meglio:- La nuova via di scampo, la più in voga al momento, per evitare di argomentare una difesa e non essere costretti a prendersi le proprie responsabilità è nel trovare qualcuno di peggio in giro e sperare che la feroce indignazione popolare trovi abbastanza soddisfazione per placarsi. Accade anche ogni volta che qualche politico viene indagato o arrestato e accade ogni volta che si discute delle qualità di qualcuno. È lo schifo. Più schifo riescono a cogliere in giro e più si sentono in diritto di fare schifo. Come se l’asticella della dignità e della potabilità delle proprie azioni si abbassasse ogni giorno di qualche centimetro. Se c’è qualcuno che è stato arrestato per camorra quelli che semplicemente sono amici di camorristi (o ne sono stati per anni alleati di governo) possono addirittura fingersi degli eroi contro la criminalità. Raccontano i grandi evasori fiscali e così le loro piccole corruzioni valgono come un paio di multe per divieto di sosta. È un’irrefrenabile corsa verso il peggio in cui il sapere o il senso di responsabilità sono diventati un’onta. Dove la morale è essere più furbi degli altri riuscendo se possibile a essere peggiori. Dove conta avere in tasca la storia di qualcuno meno preferibile di te per considerarsi assolti. E così, rotti gli argini, si sfaldano anche le parole. Qualche politico dichiara di voler prendere a bastonate i camorristi usando il loro stesso vocabolario. La calunnia è l’unico metodo di critica. L’insinuazione rivenduta come analisi. L’appartenenza è una qualità. La delazione, un’arma politica sdoganata e la violenza un’accettabile e legittima difesa. Una moltitudine di cercatori di fango che insozzano l’ambiente intorno sperando di ricavarne profumo personale. E, mentre tutto deperisce, l’unica speranza è trovare nuovi e più turpi disperati. Telese: -Il vecchio Miglio avrebbe spiegato il tutto contrapponendo il modello della “politica fredda”, che a volte diventa spietata, alla “politica calda” familistica e propensa a costruire reti di corruzione di massa. E, a suo sostegno, avrebbe citato gli esempi della mafia e della criminalità organizzata. Mazzella:- Viciè, “Essere “morosi” non è una opinione! Lo stato di morosità. Di Meglio:-Una coscienza vinta dai sentimenti subdoli che conducono al timore di essere obiettivi o alla facilità della convenienza al disinteresse, fa rimanere fermi e piccoli. Mazzella:-Per ora è bene fermarsi qui. Non senza aver compiuto i gesti apotropaici di rito. Perché, come diceva il grande Edoardo, essere superstiziosi è da meridionali incivili. Non esserlo porta male!

di Antimo Puca

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