“Luce dona alle menti”, Chi non ha bisogno di aver più luce nella sua mente? Chi si ritiene pienamente soddisfatto del suo agire e di aver adempiuto ai suoi doveri di essere umano, di “libero pensatore”? Solo un presuntuoso o un megalomane risponde: «non ne ho affatto bisogno, non ho niente da rimproverarmi o da correggere». Sembra una contraddizione che quanto non si vede dia luce a quanto si vede. Eppure è così anche per la ragione stessa: l’intelletto vede ciò che i sensi non vedono. L’intelletto vede ciò che agli occhi è invisibile. E questo rende poi più efficace anche la vista. Tutti abbiamo bisogno di luce e di verifica seria e puntuale. Hanno bisogno di luce coloro che esercitano una responsabilità politica e chi lavora nelle diverse istituzioni pubbliche. Il bene di tutti, e in particolare di chi vive in difficoltà e dei giovani, deve essere il primo impegno e la prima preoccupazione. Non l’arricchimento personale. Non la carriera. Non il favorire il parente o il “complice di turno”. Non lo scontro e il fomentare l’odio. Non il credersi in una avvilente e permanente campagna elettorale. L’agire politico rientra nell’ambito della ragione pubblica, dell’agire politico illuminato dalla morale naturale. Altrimenti da cittadini vagheremmo nel buio o nella debolezza della ragione politica abbandonata a se stessa. La luce alle menti, quindi, afferma l’importanza del ruolo pubblico. La sua pretesa. I suoi diritti. I sindaci sono liberissimi di tagliare nastri, piantare ciclamini, sorridere con una serenità stile “luce dona alle menti, pace infondi nei cuor”. Ma, mettiamola così, a molti cittadini da un sindaco che abbia effettivamente il polso della situazione ci si aspetta risposte precise. Ognuno parta innanzitutto da se stesso. Si può sfuggire alla giustizia umana e al rimediare alle proprie nefandezze. Ma non alla condanna della storia. Buon Natale a tutti.
di Antimo Puca