Medici, veterinari e dirigenti sanitari in sciopero. Sono circa 135mila i camici bianchi del Sistema sanitario nazionale che oggi hanno deciso di incrociare le braccia con il rischio di un rinvio di circa 40mila interventi chirurgici e di centinaia di migliaia di visite specialistiche e prestazioni diagnostiche. Sono assicurate solo le attività di urgenza e di pronto soccorso. “Nonostante le timide aperture dei parlamentari incontrati nelle scorse settimane – avverte l’Anaao Assomed – restano irrisolte, nei provvedimenti legislativi in itinere, le istanze avanzate dalla categoria”. La mobilitazione di di oggi coinvolge i medici, i veterinari e i dirigenti sanitari di tutte le Regioni e in ogni capoluogo (Torino, Aosta, Milano, Padova, Bologna, Firenze, Perugia, Ancona, Roma, L’Aquila, Campobasso, Napoli, Bari, Catanzaro, Palermo e Cagliari) è stata organizzata una manifestazione unitaria.
Secondo il sindacato i nodi da sciogliere riguardano “un finanziamento del Fondo sanitario nazionale 2019 che preveda le risorse indispensabili per garantire i vecchi e i nuovi Lea ai cittadini; il rinnovo del contratto fermo da 10 anni, con le necessarie risorse finanziarie e l’abolizione del tetto al trattamento accessorio; la cancellazione dell’anacronistico blocco della spesa per il personale della sanità che frena le assunzioni; il finanziamento di almeno 3.000 nuovi contratti di formazione specialistica post lauream”. “Sembra quasi che i problemi che denunciamo – commenta Carlo Palermo, segretario nazionale Anaao Assomed – riguardino solo noi. Tutto è prioritario, tutto è degno di attenta valutazione e sollecito impegno, mentre il momento degli ospedali, dei medici e dirigenti sanitari, della sanità pubblica arriva solo quando si vuole tagliare, chiudere, risparmiare, a volte accusare. Insomma entriamo nell’agenda sociale e politica del Paese sempre con un segno meno, mai con un più di proposte innovative e soluzioni condivise”. Lo sciopero, spiega, “mira anche a correggere questa deriva per mettere i nostri temi e i nostri valori al centro del confronto politico, per sollecitare una riscrittura delle priorità che riconosca ai problemi della nostra categoria e della sanità il diritto di avere soluzioni chiare e positive perché i nostri problemi sono anche quelli dei cittadini che non accedono alle cure e non vedono tutelato il diritto alla salute”.