PIANO DI RICOSTRUZIONE. MOLINARO: DESTINATO A FALLIRE SE NON SI SANA PRIMA CIÒ CHE È ABUSIVO

L’ avv. Lorenzo Bruno Molinaro interviene sul PIANO di RICOSTRUZIONE adottato nei giorni scorsi dalla Regione. Il Piano in questione, per come formulato, ha già fatto registrare la contraria posizione del Sindaco di Casamicciola Giosi Ferrandino, che ne ha denunciato l’illegittimità anche perché i redattori avrebbero utilizzato cartografie non aggiornate e fatto riferimento, in alcuni casi, a demolizioni di fabbricati regolari e non danneggiati dall’evento sismico), la qualcosa ne determinerebbe anche l’ illogicità manifesta. Insomma un piano fatto “in fretta e furia” per sfuggire alla tagliola dell’intervento sostitutivo del Ministero. Si apre ora la fase delle osservazioni dei Comuni, dei cittadini e delle associazioni e vedremo cosa verrà fuori.

Ecco l’ intervento dell’avv. Molinaro:

Il piano di ricostruzione rappresenta indubbiamente uno strumento operativo di fondamentale importanza per riqualificare e rigenerare le aree interessate dagli edifici distrutti o danneggiati all’interno del “cratere” dei tre comuni colpiti dai tragici eventi del 2017 (in gran parte Casamicciola e Lacco Ameno, in piccola parte Forio) e del 2022.È uno strumento che presenta caratteri di specialità sotto molteplici profili, prefiggendosi – fra l’altro – di evitare qualsiasi consumo di suolo e di valorizzare, nel modo migliore possibile, i “monumenti naturali” preesistenti, costituenti quell’eccezionale patrimonio geologico, naturalistico ed archeologico che ha reso famosa l’isola d’Ischia in tutto il mondo. Anche per questo il piano di ricostruzione prevale sul preesistente piano paesistico e ne varia i contenuti, legittimando anche la demolizione delle opere in sito laddove la loro permanenza si riveli incompatibile con gli obiettivi perseguiti. Al tempo stesso, essendo un piano sovraordinato rispetto agli strumenti urbanistici, prevale anche su questi ultimi se difformi, secondo quanto stabilito dal Codice del Paesaggio di cui al d.lgs. n. 42/04.Insomma, il piano di ricostruzione è un piano speciale che assorbe qualsiasi regolamentazione pregressa ed è anche auto-esecutivo.Questo piano, infatti, oltre ad essere un piano di programmazione, sotto il profilo urbanistico e paesaggistico, è, al tempo stesso, anche un piano di dettaglio, un vero e proprio piano attuativo intercomunale, con scale di dettaglio e quadri di riferimento da approfondire mediante la successiva progettazione architettonica.Tutto bene, dunque, almeno nelle previsioni e nelle intenzioni.Non entro nel merito di eventuali errori relativi alle cartografie utilizzate, prontamente denunciati, da quanto appreso dai giornali, dal Sindaco di Casamicciola.Poiché sono previste osservazioni al piano, tali errori, se effettivamente sussistenti e non caratterizzati da particolare gravità, potranno certamente essere emendati.Mi chiedo, invece, come il piano di ricostruzione possa superare i problemi legati alla presenza di domande di condono edilizio riguardanti in tutto o in parte gli edifici interessati.Il Consiglio di Stato e la Cassazione penale anche di recente hanno ribadito che, in pendenza di procedimento di condono di un manufatto, gli unici interventi edilizi consentiti sono quelli diretti a garantirne la conservazione, non potendo spingersi alla esecuzione di opere destinate a mutarne la struttura, i volumi, la sagoma e i prospetti.Questo è il punto dolente, che ovviamente non riguarda i pochi edifici legittimamente in sito, i quali potranno, all’occorrenza, anche beneficiare delle nuove misure introdotte dalla legge “salva casa” laddove compatibili con il vincolo paesaggistico.Il tema cruciale è, in definitiva, sempre lo stesso ed è anche vero che ogni soluzione “speciale” è rimessa alla politica nazionale, non di certo alla Regione e al Ministero della Cultura.Se non si sana prima ciò che è abusivo, qualsiasi piano, anche il più perfetto, è destinato a fallire.

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