Il comune di Ischia soccombente e costretto a pagare le spese legali nei confronti di un albergatore che aveva fatto ricorso contro la richiesta di pagamento della tassa di spazzatura Tarsu/Tia per l’anno 2011. Il contribuente avrebbe dovuto versare all’ente un importo di circa 11.000 euro.
Eppure il comune aveva vinto il primo giudizio vedendosi riconosciute le somme richieste. L’albergatore però è ricorso in appello dove ha visto riconosciute le proprie motivazioni. Infatti durante il processo di secondo grado è riuscito a dimostrare che mai gli erano stati notificati gli avvisi bonari di pagamento, che, infatti, risultano trasmessi in posta semplice dall’ente.
Ed allora il Comune di Ischia, ritenendo insufficienti e generiche le motivazioni del giudice di appello ha fatto ricorso in Cassazione.
I giudici di terzo grado, affermando l’inammissibilità della produzione dei documenti, tra l’altro non presentati negli altri ordini di giudizio, ha rigettato il ricorso dell’ente di Via Iasolino.
Pertanto il Comune non avendo potuto provare l’avvenuta notifica degli avvisi trasmessi al contribuente, ed avendo fatto richiesta del pagamento senza permettere l’identificazione dell’immobile tassato, è risultato soccombente. La sentenza è giunta in data odierna a firma del giudice Iacobellis.
Il comune non solo non potrà incassare gli 11.000 euro richiesti ma è stato condannato a pagare 2000 euro di spese legali, 200 euro di esborsi oltre al 15% per spese generali.
Ma fatto ancor più grave questa sentenza farà non solo giurisprudenza bensì darà spunto a molte aziende di intraprendere lo stesso percorso legale visto il risultato ottenuto.
