TRAGEDIA A PROCIDA. GIOI CAPPELLI: LE ULTIME ORE DELL’ANTIQUARIA. E’ MORTA CADENDO DALLE SCALE O ANNEGANDO IN MARE?

Gioì Cappelli, un negozio di antiquariato a Firenze, da oltre dieci anni aveva scelto Procida come sede del suo «buen retiro». Settanta anni, alta, capelli biancopepe ondulati, abitava in una casa di Marina Corricella. Proprio sul ciglio di banchina, sotto la scalinata di Callia, a fianco di una bottega artigianale in cui vengono costruite splendide barche di legno per pescatori e diportisti. L’aveva comprata da un pescatore, insieme ad un’altra casetta situata in zona, in Piazza dei Martiri.

Seria, un po’ misteriosa, ma affabile e cordiale, si era subito inserita nel contesto popolare isolano, in particolare della gente semplice del villaggio dei pescatori. Non amava parlare molto della sua vita privata. Pare fosse separata dal marito, e il suo secondo compagno le fosse stato sottratto da una brutta malattia. Forse per questi motivi amava concedersi qualche bicchiere in più. Per dimenticare. Ma comunque non eccedeva mai. Le piaceva, invece, parlare di arte e letteratura. E amava molto la natura. «Questo è il angolo di paradiso», soleva dire agli amici e conoscenti della Corricella. «Sì, mi sono innamorata dell’isola di Arturo – ripeteva – voi della Corricella siete gente fortunata. Avete il paradiso in terra e forse neanche ve ne accorgete».

Da qualche tempo era stata raggiunta a Procida dal figlio Giampaolo con cui condivideva la casetta sulla banchina. Ieri, prima di tornare a casa, aveva fatto sosta a «Biobazarbar», un ritrovo alternativo che si trova sulla discesa di San Rocco, che immette sulla gradinata della Corricella. Forse era inquieta o aveva caldo. Alle due di notte la telecamera della bottega di barche l’ha inquadrata mentre camminava sulla banchina. Probabilmente sono stati i suoi ultimi passi di questa vita, dal radioso paradiso della Corricella al buio tenebroso della morte.

Il cadavere è stato ritrovato alle cinque, una brutta ferita sulla fronte, nel mare antistante la spiaggetta. L’allarme, i primi soccorsi della gente del posto, il 118, i carabinieri, e con il passare delle ore la scoperta della terribile verità: il figlio ha confessato di averla uccisa spingendola giù dalle scale e di aver poi gettato il corpo in mare (ora l’esame autoptico dovrà sciogliere l’ultimo dubbio: è morta cadendo dalle scale o annegando in mare dove è finita ancora viva?).  Gioì Cappelli è andata via per sempre, il suo «buen retiro» è terminato. E i «curiciddisi», che la chiamavano «la bella fiorentina», la piangono in silenzio.

di Domenico Ambrosino

da ilmessaggero.it

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